Il prototipo di drone, realizzato dall’Area di ricerca di Pisa del Cnr
e presentato alla Fiera Agricola di Verona in corso da oggi al 6 febbraio, sarà
impiegato nell’agricoltura di precisione e in viticoltura per ridurre al minimo gli impatti ambientali
dei sistemi produttivi
L’Area
della ricerca di Pisa del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) ha
realizzato un prototipo di drone che sarà utilizzato ad ampio raggio nei
settori dell’agricoltura di precisione grazie ad innovativi sistemi
multisensoriali messi a punto e sviluppati dall’Istituto di scienze e
tecnologie dell’informazione (Isti-Cnr), dall’Istituto di biometeorologia di
Firenze (Ibimet-Cnr) e dal gruppo Refly del Cnr pisano. Il drone, denominato 'Efesto',
e prodotto da Sigma Ingegneria, attiva nel settore da oltre dieci anni, viene
presentato presso la Fiera Agricola di Verona, in corso da oggi al 6 febbraio.
Efesto impiega sensori termici
multispettrali e iperspettrali. La risoluzione a terra è dell’ordine dei
3cm/pixel e rappresenta un grande passo in avanti se confrontata con i
5-25m/pixel ottenuti con una rilevazione satellitare. “Grazie a Efesto
abbiamo la possibilità di acquisire dati provenienti da più sensori
contemporaneamente e ad altissima risoluzione in modo da poterli elaborare
assieme. Dalla fusione di questi dati saranno elaborate indicazioni che mirano
a ridurre al minimo gli impatti ambientali dei sistemi produttivi”, dice
Alessandro Matese dell’Ibimet-Cnr. “L’agricoltura di precisione troverà una
forte implementazione in quanto si potranno ad esempio, aggiustare i parametri
della semina, la modulazione delle dosi di fertilizzante, l’applicazione
sito-specifica dell’acqua, dei pesticidi, degli erbicidi. Utilizzando le mappe
prodotte da drone, si applica una strategia di deficit irriguo che può portare
ad un risparmio di acqua del 25%”.
Le prime applicazioni
dell’agricoltura di precisione si basavano principalmente sull’elaborazione di
immagini da satellite, sui sistemi Gps, sui sistemi informativi geografici. “Il
drone dà la possibilità di voli ripetuti, acquisizione di immagini visibili
termiche e multispettrali georiferite e l’elaborazione post volo dei dati per
la mosaicatura”, aggiunge Ovidio Salvetti dell’Isti-Cnr, “dati ed immagini che
possono essere integrati in una rete e fornire così informazioni in tempo reale
grazie anche ai recenti progressi nelle tecnologie di trasmissione radio e la
possibilità che queste hanno di interfacciarsi con Internet”.
Nella viticoltura moderna, ad
esempio, l’utilizzo del drone del Cnr permette di programmare una gestione agronomica
differenziata all’interno del vigneto, prerogativa questa, per ottenere una
produzione di qualità. Le attività del drone sono indirizzate sia allo sviluppo
di tecnologie di indagine basate su telerilevamento e sistemi di monitoraggio
micro meteorologico sia allo sviluppo di strumenti informatici (mappe di
rischio meteo climatico, modelli di allerta precoce contro malattie, modelli
previsionali di crescita e qualità) che migliorino la quantità e la qualità
delle produzioni del vino. Al progetto hanno collaborato Andrea Berton, Alessandro Zaldei, Beniamino Gioli,
Piero Toscano, Filippo Di Gennaro.